Riporto la lettera di Giorgia, una ragazza di 20 anni torturata in quella macelleria cilena che è stata Genova durante il G8. Solo Beppe Grillo ha pubblicato sul suo blog il testo della lettera, i giornali finanziati con i nostri soldi hanno preferito evitare di disturbare il manovratore pubblicando questa testimonianza...forse perché uno dei responsabili politici di quella pagina vergognosa della democrazia italiana, oggi, indegnamente, occupa la poltrona di presidente della camera (ovviamente tutto in minuscola, vista la pochezza dell'individuo). Se poi penso che gli italiani hanno rieletto lo psiconano, un ometto che in quel periodo era preoccupato solo delle fioriere...
In quel periodo ero in servizio in Guardia di Finanza, mi sono vergognato allora e mi vergogno oggi per quanto è successo. Quei macellai guidati da criminali hanno gettato fango per sempre sui tanti agenti delle forze di polizia che, ogni giorno, lavorano per tutelare tutti i cittadini. Non bisogna generalizzare, ma quei vigliacchi che a Genova hanno torturato altri esseri umani non meritano nessun rispetto, ma solo il disprezzo di tutti, soprattutto dei colleghi onesti.
Dopo aver letto questa lettera mi vergogno come ex agente delle forze dell'ordine e come italiano.
Mi chiamo Giorgia sono di Padova, 7 anni fa avevo 20
anni, sono stata al G8, sono partita in realtà pensando di visitare una
città che non avevo mai visto, in cui c'era un mare, di spassarmela coi
miei amici, poi invece mi sono ritrovata in una manifestazione enorme
che sembrava più ad una guerra. Mi sono trovata in mezzo ai black
block, cassonetti bruciati macchine che saltavano in aria guerriglia
urbana, io non ero abituata non avevo mai fatto una manifestazione così
grande, sabato penultimo giorno di manifestazione dopo la morte di
Carlo Giuliani, stavo andando a cercare di recuperare il mio zaino, e
mi sono ritrovata in mezzo a un cordone, che è stato spezzato in 2
dalla polizia, quindi la gente ha cominciato a scappare chi a destra
chi a sinistra io ho avuto la sfiga di girare a sinistra e lì la
polizia ha cominciato a dirigersi verso di noi ha cominciato a picchiarci
e ci ha portato in piazzale Kennedy. In piazzale Kennedy c'era pieno di
polizia ci hanno chiesto la carta d'identità e non ce l'hanno più
ridata. Ci hanno caricato su una furgonetta, ci hanno portato alla
fiera, presso la sede dei Carabinieri dove hanno cominciato ad
insultarci, dicendo che dovevano stuprarci come facevano in Kosovo, che eravamo tutte troie e varie cose del genere…
Dopodiché
siamo rimasti lì non so quante ore, ci hanno chiuso i polsi con delle
manette di plastica io nella furgonetta ero seduta dietro c'erano altri
ragazzi che mi dicevano non ascoltare, lascia stare perché.. mi hanno dato manganellate,
sulle gambe sulle braccia e sulla schiena Io stavo con le mani in alto,
penso che la mia foto si sia vista ovunque, su giornali e tg, con le
mani in alto e con un fazzoletto sulla testa per i lacrimogeni dietro
di me c'era un ragazzo marocchino che non so se è ancora vivo, ci hanno
portato a Bolzaneto, siamo rimasti in piedi nella
stessa posizione, hanno cominciato a picchiare i ragazzi che erano
vestiti di nero, li hanno fatti inginocchiare a file di 3, gli hanno
fatto cantare "Faccetta nera" gente che non capiva
perché inglese quindi se le prendeva e basta, hanno spruzzato spray al
peperoncino dentro le celle, ci veniva da piangere ma non potevamo
piangere non potevamo parlare non potevamo fare niente.
Ad un certo
punto io mi sono seduta perché non ce la facevo più e c'era un altro
ragazzo di fianco a me che era di Verona che se vede questo video per
favore mi contatti lui era veramente distrutto perché stava gocciolando
sangue, lui non riusciva a stare in piedi ma loro non lo lasciavano
stare seduto… poi c'erano un sacco di altri ragazzi, gente che arrivava
col piede rotto, che non poteva stare in piedi ma ci doveva stare lo
stesso, chi aveva bisogno di un medico per l'iniezione di insulina ma nessun medico poteva entrare quindi si sentivano grida di dolore continuamente, c'era un tipo in carrozzella
che pure lui era stato picchiato... insomma una serie di cose molto
disumane, alla fine non so dopo quanto tempo ci hanno preso le impronte
digitali, ci hanno messo insieme a caso dicendo "a questi cosa gli
diamo?" l'altro poliziotto che gli rispondeva "ma si mettigli un po' di
tutto, devastazione saccheggio e offesa a pubblico ufficiale" tutte
accuse che io non sapevo nemmeno cosa fossero, non potevo chiedere
perché se chiedevo mi rispondevano che dovevo stare zitta.
Dopo un
tempo interminabile ci hanno preso a gruppi, ci hanno ammanettato ci
hanno portato in carcere a Varese. In confronto il carcere è stata una
passeggiata perché i funzionari del carcere sapevano che era temporaneo
che non avevamo fatto nulla perciò saremmo stati scarcerati in breve,
ci trattavano meglio: ci davano da mangiare, certo non è stata una
bella esperienza.. poi ho avuto la fortuna che la mia richiesta
d'arresto è arrivata troppo tardi rispetto ai tempi giudiziari utili,
quindi dopo 4 ore di carcere mi hanno lasciata andare. Alla fine mi
sono costituita parte civile al processo, ho
testimoniato e riconosciuto tutti coloro che dovevo riconoscere, è
stato emozionante e basta, non voglio più andarci in un'aula di
tribunale per nessun motivo.
La difesa della polizia cercava di
screditare tutto ciò che stavo dicendo, ma pur essendo emozionata avevo
detto cose che risultavano vere sia al pm che agli altri ragazzi. 10
minuti prima della nostra udienza, mentre attendevo il mio turno in
tribunale, ho incontrato il ragazzo che è stato con me in caserma ci
siamo guardati e ci siamo riconosciuti.
Ma durante il processo hanno cercato di screditare ciò che io raccontavo
perché credevano mi fossi accordata con lui ma in realtà non era così,
insomma si sono impegnati abbastanza anche con gli altri testimoni per
cercare di screditare le nostre versioni dei fatti. Ora non vivo più in
Italia, quindi non sono riuscita ad assistere all'udienza finale del
processo, a me è stato soltanto detto com'è finito, cosa in caso
abbiamo diritto però non so esattamente chi sia stato imputato chi sia
stato, cosa gli abbiano fatto e chi no, però certamente, questi
poliziotti solo per il fatto che sono poliziotti non passeranno mai
tutto quello che hanno fatto passare a noi, perché il problema è che
loro essendo protetti dallo Stato hanno una marcia in più, quindi in carcere non ci finiranno mai,
nessuno li torturerà mai come hanno torturato noi, va bene io non sono
per la vendetta quindi non sto dicendo che dovrebbero trattarli allo
stesso modo, tuttavia pignorargli un po' di stipendio non mi sembra la
stessa cosa, vorrei solo che i poliziotti, mandanti e quelli più
crudeli coinvolti nella vicenda, non ricoprissero più la funzione, per
il bene della credibilità delle forze dell'ordine, sia perché se si sono macchiati di certe cose non ha neanche più senso che si schierino dalla parte della giustizia." Giorgia Partesotti